La Serenata delle Zanzare 2018. Il teatro della poesia

da | Mag 20, 2018

Tornano gli appuntamenti con la poesia organizzati da Casa Moretti, la casa museo sorta nella dimora sul canale che fu del poeta Marino Moretti. Da alcuni anni in estate il giardino è divenuto teatro di reading, presentazioni, incontri e spettacoli per dare voce alla poesia.
Quest’anno si metteranno in evidenza i tratti più teatrali del verso (di periodi e intonazioni molto diversi), perché la poesia è capace anche di uscire dalla pagina per farsi voce, carne, suono, respiro, e con l’intento, oggi più che mai necessario, di dare senso alle parole, e farsi specchio di ogni esistenza. Sviluppare l’arte dell’ascolto, che appartiene all’essenza più profonda della poesia, rende le serate nell’appartato e crepuscolare hortus animae una esperienza unica e uno degli eventi culturali più attesi durante la stagione estiva di Cesenatico.

La Rassegna prende avvio nelle domeniche 20 e 27 maggio dalle ore 15.30 alle 18.30. In orario di apertura del museo, in collaborazione con l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna all’interno della rassegna «Dove abitano le parole», Casa Moretti propone visite guidate animate da attori che aiuteranno a percepire la “presenza del padrone di casa”. La Compagnia de Il Teatro degli Scartafacci, propone infatti «Strano ci sono anch’io… a Casa Moretti. Visite animate e letture con Matteo Carlomagno, Mirko Ciorciari, Paolo Summaria. Durante il percorso di visita della Casa Museo Moretti, in alcuni ambienti, il visitatore scoprirà veri quadri scenici che evocheranno il poeta attraverso i suoi versi, e la visita si animerà in un monologo poetico. L’intento è quello di entrare in un ambiente, sospeso e intimo, capace di rivelare dove si può nascondere l’inafferrabile poetico e crepuscolarmente far brillare quegli elementi, dettagli unici, aromi essenziali custoditi nelle abitudini e nel tepore della casa del poeta (per dirla alla Zavattini: «…che le piccole cose fossero aperte per vedere che sono grandi […] la produzione di meraviglia è nel reale, nelle piccole cose del reale», per far dire, insomma ancora una volta, al padrone di casa «Strano, ci sono anch’io». Durata prevista per visita: 35/40 minuti.

Mercoledì 27 giugno, alle ore 21 in giardino, il gruppo Teatro Musica Melikè, propone le spettacolo «Cesare Pavese. Come una collina», di e con Carlo Mega, con la musica di Giorgio Merati al clarinetto e di Carmelo M. Torre alla fisarmonica. Una narrazione scenica che ripercorre il mondo pavesiano alternando il jazz e la canzone popolare alla recitazione di brani del Mestiere di vivere e delle Poesie di un uomo che amava scrivere. Perché «scrivere riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla». Gli strumenti musicali, evocheranno terre lontane: le Langhe, Torino, l’America, I Mari del Sud, ma anche quelle più prossime dell’anima che i versi di Pavese hanno saputo scandagliare in profondità.

Domenica 8 luglio, alle ore 21, Michele Di Giacomo, e il suo gruppo «Alchemico Tre», presenta un lavoro tutto morettiano: «Il canale, le vele, anche il mio tetto… Moretti e il mare», la sua voce sarà accompagnata dalla musica al violoncello di Cecilia Biondini. «Il mare è un lago, un lago immenso, sconfinato, è un mondo d’acque e di luci, è una meraviglia inesprimibile, un sogno fantastico, una potenza fascinatrice….Colui che è cresciuto in riva la mare non se ne può distaccare, anche per poco, senza piangere. Il mare è penetrato in lui in quel cuore come l’immagine materna. E chi è quel figlio che si distacca dalle braccia della madre senza piangere» (Moretti). Poeta che, già nel nome, rivelava un destino, non riesce a staccarsi da quel mare dove è nato, dalle dune, da quel canale, dai pescatori, da quella sua casa sul porto, specola privilegiata su un mondo legato al mare che tanta sua pagina aveva intriso. Nel piccolo paese natio infatti «il mare è da per tutto», entra dentro l’abitato e nelle coscienze, ne condiziona l’esistenza e i destini, mentre quel mondo diventa il grande palcoscenico di vicende che Moretti riesce a raccontare con delicatezza e ironia.

Giovedì 12 luglio, sempre alle 21.00, Daniela Piccari porterà anche a Cesenatico il suo «Musica nel sangue. La parola di Antigone», con la sua voce, i testi di Giampiero Pizzol, e la musica di Andrea Alessi e Dimitri Sillato. L’Antigone mitica, la figlia di Edipo presentata da Sofocle, è un personaggio della tragedia greca che Il teatro antico ha scolpito ed è rimasta un monumento studiato e amato per secoli. Di generazione in generazione l’ammirazione per questa figura ha consumato il tempo reale e quella Antigone è diventata un simbolo. Per noi, oggi, la storia di Antigone è un luogo musicale in cui risentire quella voce primordiale. Le canzoni che il concerto propone presentano questa figura antica come fosse una ragazza contemporanea. La scrittura di Sofocle resta centrale nel racconto di questa storia, ma si parte da Elsa Morante e si finisce con Maria Zambrano. Mitica Antigone! Che si sdoppia, centuplica e rigenera in ogni essere umano che riconosce l’aurora di se stesso nell’attimo della Pietas.

Mercoledì 18 luglio, alle 21.00, il giardino di Casa Moretti diventa scenario di un sogno con La Porta Azzurra, che reduce dal Festival della Fiaba, porterà a Cesenatico lo spettacolo «Il tempo del sogno. Rosaspina in giardino», i testi liberamente tratti dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm, di Alessandra Gabriela Baldoni e Giancarlo Sissa, saranno da loro stessi interpretati insieme a Martina Campi e Luna Marie, accompagnati dalla musica di Mario Sboarina.
«C’era una volta un re e una regina, che ogni giorno dicevano: “Ah, se avessimo un bambino!” Ma il bambino non veniva mai…». Così inizia un testo che ha attraversato i secoli e le culture più diverse per giungere fino a noi, ma che la contemporaneità spesso travisa, forse perché così condizionata dalla fretta e dall’apparenza da non riuscire più a comprendere l’importanza del tempo lungo della non azione e del raccoglimento in se stessi. Che cosa accade nei cento anni di sonno e sogno di Rosaspina?…. Gli autori sono partiti dalle più antiche origini della fiaba e sono arrivati ad esplorare i capisaldi filosofici e psicanalitici del Novecento, per raccontare un camino che conduce ai risveglio. Il Banchetto di Rosaspina si arricchisce strada facendo di nuovi contenuti e nuove persone, in una sorta di viaggio onirico che prevede un prosieguo di ricerca perché «non è dato aspettarsi la fine di un sogno / ci si desta spontaneamente quando il sogno è finito / e ciò avverrà quando e se il tempo sarà maturo…»

Gli incontri sono a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Scarica qui il programma della Serenata delle Zanzare 2018.

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